Agricoltura multifunzionale contro lo spopolamento delle aree interne
Nuovi stili di vita e approcci innovativi nell'incontro con l'esperto Alfonso Pascale
6 maggio 2021
Dopo una breve pausa riorganizzativa sulla tabella di marcia, imposta dalle persistenti normative pandemiche, riparte il ciclo di incontri promosso da “Agricoltura è”, associazione dell’ANPA – LiberiAgricoltori Calabria, nell’ambito del progetto “Agricoltura: Laboratorio di Arte, Cultura, Ambiente e Benessere”, cofinanziato dal FEARS – PSR Calabria – Misura 01.02.01
Non si abbandona la tematica che ha accompagnato gli otto incontri precedenti e l’agricoltura multifunzionale ora si trova protagonista quale elemento di sviluppo delle aree interne, le stesse che da tempo si ritrovano a fare i conti con un repentino spopolamento che indebolisce notevolmente i territori interessati, lacerando pesantemente il tessuto sia sociale che produttivo ed accentuando le disuguaglianze tra città e campagna, tra agricoltura e industria, tra zona costiere e zona interna, tra pianura e montagna. Di tali effetti, devastanti per ogni settore, si è discusso nel primo incontro che ha visto ospite illustre, l’esperto Alfonso Pascale, formatore di ruralità contemporanea ed economie civili, ma anche apprezzato autore di innumerevoli pubblicazioni, docente universitario e con un importante passato da stimato sindacalista.
A moderare l’incontro, il Presidente dell’ANPA – LiberiAgricoltori Calabria, Giuseppe Mangone, entusiasta nel riprendere il dialogo diretto con i numerosi imprenditori del settore agricolo che non hanno fatto mancare la presenza nel consueto appuntamento in streaming.
A precedere il relatore, una accurata introduzione della Presidente di “Agricoltura è” Calabria, Rosa Critelli, la quale, attraverso immagini specifiche, ha mostrato ai convenuti, il patrimonio naturalistico e paesaggistico che, senza una accurata valorizzazione e salvaguardia, rischia di raggiungere un degrado tale da rappresentare un punto di non ritorno. Piccole comunità montanare e collinari, circondate da spazi di sconfinata bellezza e purezza naturalistica, ma soggette ad un continuo spopolamento che, inevitabilmente, porta alla conseguente concessa dei servizi essenziali e primari e chi ancora resiste nelle ultime abitazioni, si ritrova comunque costretto ad evadere da un contesto abbandonato a se stesso. L’attenzione di Critelli è dunque andata a quelle piccole-medie aziende agrituristiche a conduzione prevalentemente familiare, il cui operato contribuisce alla salvaguardia del territorio. Qui, indispensabile resta la multifunzionalità e quella produzione agricola senza la quale, tali aziende, non dovrebbero ragione di esistere.
Una lunga relazione, ricca di spunti di riflessione ed excursus storici, ha dunque accompagnato l’intervento del formatore Alfonso Pascale che, in modo chiaro, ha messo in risalto la modifica politica nell’impostazione della nuova agricola comune, un nuovo modello dove non si guardi solo alla quantità della spesa perseguita ma al raggiungimento di obiettivi primari, gli stessi che andrebbero messi al centro del dibattito europeo, con particolare attenzione alle modalità che consentono di abbandonare questa crisi pandemica e puntare ad una sostenibilità diffusa.
«Dobbiamo essere in grado di cogliere le differenze relative al continuo modificarsi degli stili di vita – ha detto Pascale – favorendo gli elementi per introdurre nuove modalità di approccio a condizioni di vita differenti». L’evoluzione del territorio, a partire dagli anni 70, ha quindi permesso al relatore di illustrare quel continuum rurale-urbano a cui tali aree vanno incontro oramai da tempo.
In un contesto fortemente segnato dagli avvenimenti pandemici, non è passato inosservato quel complesso meccanismo di ripresa a cui bisogna far fronte per arginare l’atteggiamento di incertezza e paura che dilaga tanto nelle città quanto nelle campagne. «Le istruzioni si stanno mobilitando, ma lo Stato non basta – ha evidenziato Pascale – molto dipende da noi singoli, le istruzioni possono agire per cambiare il contesto, ma il cambiamento essenziale lo possiamo fare solo noi». L’invito del relatore, dunque, ad una promozione autentica verso un rapido adattamento alla situazione oramai consolidata, educando in modo diverso ma non senza attingere ad una memoria storica che possa favorire una riflessione antropologica sulle evoluzioni passate. «La nuova ruralità – ha difatti aggiunto Pascale – evoca il senso più antico e profondo dell’agricoltura, la sua funzione primordiale».
Dai metodi estensivi e dalla resilienza, si è quindi passati alla trasformazione della ruralità come intreccio di consapevolezze interpersonali e comunitarie, l’importanza dei rapporti sociali e nello stesso tempo, la consapevolezza tecnico-scientifica collegata alle conoscenze dei cambiamenti climatici, definizione del concetto di sostenibilità.
Prima di aprire al dibattito con gli imprenditori presenti, Mangone ha espresso apprezzamento per l’intervento dell’ospite, evidenziandone le peculiarità che, il Presidente dell’Anpa-Liberi Agricoltori Calabria, ha affermato di aver vissuto direttamente. In merito alla nascita di un nuovo ed unico programma nazionale per l’omogeneità delle modalità di spesa, dal rischio che alcune regioni possano rallentare il piano in questione, Mangone ha percepito, tuttalpiù, una sfida per quelle realtà che hanno dimostrato maggiore capacità nelle programmazioni passato.
Intrattenendosi con i quesiti degli imprenditori e prendendo nuovamente la parola, Pascale si è dunque avviato verso la conclusione dell’incontro delineando pareri e aneddoti sulla politica di sviluppo territoriale, sulle competenze dell’UE e quelle nazionali, ribadendo come le incongruenze sul piano del funzionamento generale dell’Europa deve essere messa al centro dell’attenzione pubblica per cominciare ad ottenere risultati concreti.